Descrizione
La chiesa, oggi santuario diocesano dedicato alla fortificazione della famiglia, la troviamo per la prima volta citata in una relazione “ad limina” del 9 giugno del 1687 del vescovo mons. Giovanni Battista della Pace che “a piedi quasi per due miglia per vie aspre, scoscese e rupestri accompagnato dal reverendo canonico D. Luca… e da altri suoi domestici” venendo in visita nella Parrocchia di San Matteo Apostolo, così faceva scrivere al canonico che lo accompagnava della allora solo una cappella del santuario di Santa Sofia, : “Il giorno 10/6/1687 l’illustrissimo e reverendissimo signore continuando la santa visita… dopo pranzo andò… alla chiesa di Santa Sofia che … è rurale, imbiancare le pareti e chiudere la porta con una chiave sicura sotto pena di 6 ducati. Altare pietra sacra, ben ornato….osservare sotto pena di nullità dell’elezioni del procuratore le costituzioni sinodali, necessaria la presenza dell’arciprete, inoltre due procuratori, uno laico l’altro ecclesiastico, devono insieme curare l’amministrazione”.